Cosa fate agli Scout? La risposta di Elena, di ritorno dalla RoverWay Federscout

ragazzi di spalle, camminano sul lungo mare reggio calabria

Cosa fate agli scout? In 10 anni questa domanda mi si è presentata un milione di volte, ma non c’è esperienza che tenga: nessuno sa rispondere. Il problema principale non é certo quello che pensano molti: “non sapete neanche cosa fate”; la realtà é che qualsiasi risposta non sarebbe abbastanza esaustiva, e finirebbe per sminuire la miriade di esperienze che facciamo.

Dopo questa domanda viene spesso anche una seconda, diversa, forse peggiore della prima: “perché fai gli scout?“. La domanda ti devasta, non sai cosa rispondere, dovresti fare scena muta una seconda volta e sei nervoso. Imbastisci qualche risposta a caso ma non sai bene cosa stai dicendo, vuoi solo chiudere al più presto la conversazione. Dopo questo abbozzo di risposta l’interlocutore, ovviamente non soddisfatto, lascia perdere, probabilmente perché non vuole più sentirti parlare. Ti consoli pensando che non capirà mai, non é del mestiere, non puoi spiegarglielo.

Ma il vero problema arriva quando questa seconda domanda te la poni tu stesso, che invece il mestiere lo conosci e ti trovi a dubitare sul perché e il per come spendi tanto tempo dietro a questo “gruppo di cretini vestiti da bambini”, abituati a collezionare figure di merda per tutto il mondo. Allora alla ricerca di una risposta perdi motivazione, ti assenti a riunione, discuti con gli altri, ma il dubbio lo tieni per te, non ne parli con nessuno, come se questa domanda sia completa blasfemia.

La risposta a parole non la troverai mai, lo scoutismo ti risponde e ti insegna attraverso le esperienze e quest’esperienza é stata la risposta più esaustiva che potessi avere.

Non é andato sempre tutto nel verso giusto, ma impari ad adattarti e a trovare le soluzioni più rapide al problema, perché ogni cosa che accade é un pezzo di un puzzle gigante che contiene tutta la conoscenza dell’universo.

Impari a conoscere la terra dove vivi, impari a conoscere té stesso e ti migliori, impari a conoscere gli altri e ad apprezzarli nella purezza di quello che sono. Lo scoutismo ha il potere di prepararti a qualunque cosa accadrà nella tua vita, tranne a come rispondere a quelle due domande.”.

Elena, rover al II anno del Clan dei Raminghi, Artena 1.

Panoramica del quadrato di apertura della RoverWay Federscout: un centinaio di persone tra ragazzi (16-21 anni) e capi

Digital Divide, le nuove generazioni al servizio di quelle più anziane per imparare l’utilizzo dello smartphone

Mercoledì 24 novembre i ragazzi del Clan dei Raminghi hanno organizzato un corso molto interessante sul Digital Divide con il centro anziani di Artena, nell’ambito del progetto “Un’Oasi nel Deserto”. Lo scopo era quello di imparare ad utilizzare le applicazioni più comuni presenti negli smartphone. E poi come sfuggire al phishing, alle truffe online e ai diversi tipi di rischi presenti sul web.

Una platea “ridotta” causa COVID-19 ma molto interessata ha preso parte a questo breve corso, trovando nei ragazzi un aiuto fondamentale per risolvere alcune questioni più o meno importanti sull’utilizzo di internet e degli smartphone.

La resilienza di un centro urbano, nell’era della digitalizzazione, passa anche tramite il saper utilizzare i nuovi mezzi di comunicazione. Il corso di propone dunque di potenziare le competenze degli anziani sopra i 65 nell’utilizzo di smatphone e internet utilizzando volontari giovani in modo da realizzare una collaborazione intergenerazionale.

Obiettivo tratto dal progetto Un’Oasi nel Deserto